Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, può fondare la propria decisione su un compendio indiziario complessivo, risultante da una pluralità di elementi probatori, quali le risultanze delle attività di intercettazione telefonica e ambientale, le dichiarazioni di testi e vittime, i dati dei tabulati telefonici e della videosorveglianza, i sequestri e le perquisizioni, senza che tale valutazione possa essere sindacata in sede di legittimità, se non nei limiti della manifesta illogicità o irragionevolezza della motivazione. In particolare, il pericolo concreto ed attuale di reiterazione di gravi reati, idoneo a giustificare l'applicazione di una misura cautelare personale, può essere desunto dalle modalità esecutive delle azioni criminose, dalla pervicacia e dalla dedizione professionale al crimine dimostrate dall'indagato, anche in considerazione dei suoi precedenti penali e dei carichi pendenti, senza che assumano rilievo determinante eventuali periodi di detenzione o di semilibertà pregressi, laddove non vi siano elementi per ritenere che l'indagato sia in grado di rispettare le prescrizioni di un regime meno afflittivo.