Cassazione penale Sez. II sentenza n. 42038 del 14 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:42038PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione si configura quando l'agente, mediante minaccia di un male ingiusto, prospetta alla vittima l'alternativa di subire il male minacciato o di far conseguire a sé un ingiusto profitto, indipendentemente dall'effettiva realizzazione della minaccia e dalla richiesta esplicita di denaro. L'idoneità della condotta a coartare la volontà della persona offesa deve essere valutata in relazione a concrete circostanze oggettive, quali la personalità sopraffattrice dell'agente, le condizioni ambientali, l'ingiustizia della pretesa e le particolari condizioni soggettive della vittima, senza che sia necessaria l'effettiva intimidazione del soggetto passivo. La distinzione tra tentata estorsione e truffa "vessatoria" risiede nel diverso atteggiarsi della condotta lesiva e della sua incidenza sulla sfera soggettiva della vittima: ricorre l'estorsione se il male viene indicato come certo e realizzabile ad opera dell'agente o di altri, mentre si configura la truffa se il male viene prospettato come possibile ed eventuale, non proveniente direttamente o indirettamente da chi lo prospetta. Ai fini dell'applicazione della recidiva, il giudice deve motivare in concreto sulla maggiore capacità a delinquere del reo, valutando il rapporto tra il fatto per cui si procede e le precedenti condanne, senza limitarsi al mero richiamo dei precedenti penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluig - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
contro la sentenza della Corte di Appello de L'Aquila dell'11.10.2017;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il PM, nella persona del sostituto procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 17.5.2016 il Tribunale di Chieti aveva riconosciuto (OMISS…

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