Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ingiunzione di demolizione di opere edilizie abusive realizzate su area demaniale marittima, afferma che l'amministrazione può procedere all'accertamento e alla repressione dell'abusivismo edilizio in tale ambito senza necessità di preventiva delimitazione formale dei confini demaniali, qualora gli elementi istruttori, come le risultanze catastali e i rilievi tecnici, consentano di individuare con sufficiente certezza la natura demaniale dell'area occupata. In particolare, il Tribunale ritiene che le mappe catastali e la cartografia aerofotogrammetrica (SID) costituiscano mezzi di prova idonei a dimostrare l'appartenenza di un'area al demanio marittimo, senza che sia necessario attivare il procedimento di delimitazione di cui all'art. 32 del Codice della Navigazione, il quale rappresenta una mera facoltà dell'amministrazione e non un obbligo, da esercitarsi solo in presenza di una obiettiva incertezza sui confini demaniali. Inoltre, il Tribunale afferma che il dirigente dell'ufficio tecnico comunale è competente a emettere l'ingiunzione di demolizione delle opere abusive, in applicazione degli artt. 35 e 107 del D.P.R. 380/2001, che attribuiscono a tale organo i poteri di vigilanza edilizia e di repressione dell'abusivismo. Pertanto, il Tribunale respinge il ricorso, ritenendo legittimo l'operato dell'amministrazione comunale nell'accertare l'occupazione abusiva di area demaniale e nell'ingiungere la demolizione delle opere realizzate.