Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23698 del 16 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:23698PEN

Massima

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La formazione e la detenzione di una falsa carta di identità valida per l'espatrio, con apposta la propria effige e riportante false generalità, integra il reato di cui all'art. 497-bis, comma 2, c.p., in quanto la presenza della fotografia del possessore sul documento costituisce una considerevole efficacia indiziaria in ordine alla sua partecipazione alla contraffazione, non essendo necessario, ai fini della configurabilità di tale fattispecie, che il soggetto abbia materialmente concorso alla falsificazione. La grossolanità della contraffazione che darebbe luogo al reato impossibile si verifica solo quando il falso sia riconoscibile "ictu oculi" da qualsiasi persona di comune discernimento ed avvedutezza, tenendo conto delle caratteristiche oggettive del documento, del suo normale uso e del contesto di esibizione, requisito che non ricorre nel caso in cui il documento appaia genuino e idoneo ad ingannare la buona fede di chiunque, anche privo di speciali competenze o conoscenze. Inoltre, la rinuncia a comparire all'udienza da parte dell'imputato detenuto ha effetto non solo per l'udienza in relazione alla quale essa è formulata, ma anche per quelle successive, tanto in caso di costante restrizione in esecuzione del medesimo titolo quanto nel caso in cui tra le due udienze intervenga una nuova forma di restrizione per altra causa, essendo onere dell'imputato richiedere all'autorità giudiziaria procedente l'autorizzazione a recarsi in udienza libero e senza scorta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/05/2019 della Corte di Appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RICCARDI GIUSEPPE;
lette le richieste scritte, ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, del Pubblico Ministero, in persona del ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
lette le richieste scritte, ai sensi del Decreto Legge 28 otto…

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