Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 10960 del 2018

ECLI:IT:TARLAZ:2018:10960SENT

Massima

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Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel pronunciare la presente sentenza, afferma il principio per cui l'Amministrazione è tenuta all'esecuzione del giudicato formatosi su una precedente ordinanza di condanna al pagamento di una somma a titolo di indennità di espropriazione. In particolare, il Tribunale rileva che l'ordinanza della Corte d'Appello, passata in giudicato, ha condannato l'Amministrazione comunale al versamento in favore della ricorrente della somma di € 68.839,00 oltre interessi. Nonostante ciò, l'Amministrazione non avrebbe ancora provveduto al deposito dell'intera somma dovuta presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, come previsto nel dispositivo dell'ordinanza. Il Tribunale, pertanto, ordina all'Amministrazione comunale di procedere al pagamento del residuo importo di € 12.000,00, oltre agli interessi maturati, entro il termine di 60 giorni, avvertendo che, in caso di persistente inerzia, si provvederà alla nomina di un commissario ad acta per l'adempimento. Inoltre, il Tribunale condanna l'Amministrazione comunale alla rifusione delle spese di giudizio in favore del procuratore dichiaratosi antistatario. Emerge, dunque, il principio per cui l'Amministrazione è tenuta all'esecuzione integrale e tempestiva del giudicato formatosi su una precedente pronuncia di condanna al pagamento di una somma, essendo tale obbligo funzionale alla tutela effettiva del diritto del privato. Il mancato adempimento entro il termine assegnato comporta la nomina di un commissario ad acta per l'esecuzione coattiva.

Sentenza completa

Pubblicato il 14/11/2018

N. 10960/2018 REG.PROV.COLL.

N. 09337/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9337 del 2017, proposto da
((omissis)), rappresentata e difesa dall’((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, largo Messico n. 7;

contro

il Comune di Roma Capitale, in persona Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso la sede dell’Avvocatura comunale in Roma, via del Tempio di Giove n. 21;

per l’ottemperanza

dell’ordinanza della Corte d’Appello di Roma - sezione civile n. 4004 del 23 aprile 2016, resa nel giudizio n. 2371/2011, passata in giudicato.

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