Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12219 del 15 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:12219PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si configura quando il soggetto, pur senza svolgere un ruolo apicale o di comando, manifesti la propria disponibilità a mettere a disposizione del sodalizio criminale la propria persona e le proprie risorse per l'attuazione dei programmi illeciti, subordinandosi alle direttive dei vertici dell'organizzazione e condividendone le finalità. Tale condotta partecipativa può essere integrata anche da un singolo episodio, purché indice di una stabile e consapevole adesione all'associazione, senza che sia necessaria la prova della concreta realizzazione degli atti delittuosi programmati o della titolarità di specifici incarichi. Ai fini della configurabilità del reato, inoltre, non è richiesta la prova di rapporti di frequentazione con gli altri associati o di contestazione di reati-fine, essendo sufficiente l'accertamento del ruolo dinamico e funzionale svolto dal soggetto nell'ambito del sodalizio, così come desumibile dalla sua partecipazione a riunioni operative finalizzate alla programmazione di attività illecite. La capacità di intimidazione del vincolo associativo, elemento strutturale del reato di cui all'art. 416-bis c.p., può essere desunta non solo dalla concreta realizzazione di atti intimidatori, ma anche dalla riconoscibilità esterna del ruolo ricoperto dal singolo all'interno dell'organizzazione criminale, nonché dalla prova della sua stabile inserimento nella struttura organizzativa e della consapevolezza del contributo offerto al rafforzamento del sodalizio. Infine, la presunzione di adeguatezza e proporzionalità della misura cautelare detentiva, prevista per i reati associativi di cui all'art. 416-bis c.p., non è superata dalla mancata realizzazione degli atti programmati, atteso che il pericolo di reiterazione del reato può essere desunto dalla pericolosità sociale del soggetto, desumibile dalla sua stabile appartenenza all'associazione mafiosa e dalla disponibilità dimostrata nel mettere a disposizione del sodalizio la propria persona e le proprie risorse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia An - rel. Consigliere

Dott. GIORGI Maria Silvia - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 12/11/2019 del Tribunale di Catanzaro;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Emilia Anna Giordano;
udite le conclusioni del Sostituto Procuratore generale, Dr. Lori Perla, che conclude per l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;
udito il difensore del ricorrente, avvocato (OMISSIS), sostituto processuale dell'avvocato (OMISSIS) che insiste nell'accoglimento motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO<…

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