Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24319 del 25 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24319PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve effettuare un'approfondita analisi della personalità e della pericolosità sociale dell'indagato, non limitandosi a considerare solo la gravità del fatto oggetto di imputazione, ma prendendo in esame elementi concreti e specifici, quali eventuali precedenti penali, collegamenti con ambienti delinquenziali o uno stile di vita sintomatico di una propensione a delinquere. Inoltre, il giudice deve valutare attentamente l'incidenza che il sequestro dei beni illegalmente detenuti può avere sulla pericolosità dell'indagato, al fine di verificare se tale circostanza abbia effettivamente ridotto il pericolo di reiterazione dei reati. Solo attraverso un'approfondita e logica motivazione, che tenga conto di tutti gli elementi rilevanti, il giudice può correttamente valutare la sussistenza delle esigenze cautelari previste dall'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p. e disporre la misura cautelare più adeguata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Fa. Lu. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del 17 febbraio 200 emessa dal Tribunale di Napoli;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

sentito il sostituto procuratore generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con l'ordinanza in epigrafe il Tri…

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