Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 3440 del 26 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:3440PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la legittimità delle intercettazioni telefoniche ed ambientali poste a fondamento di una condanna penale, non può procedere ad una rivalutazione dei presupposti di fatto posti alla base dei provvedimenti autorizzativi, ma deve limitarsi a verificare l'eventuale contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione. Pertanto, la motivazione dei decreti del pubblico ministero e del giudice per le indagini preliminari che autorizzano l'esecuzione di intercettazioni fuori dai locali della Procura, ai sensi dell'art. 268, comma 3, c.p.p., è ritenuta adeguata quando, pur senza un'analitica esposizione degli elementi, risulti la sussistenza di gravi indizi di reato e di eccezionali ragioni di urgenza, desumibili anche implicitamente dal contesto processuale e dalla natura delle imputazioni. Inoltre, la valutazione della prova testimoniale e documentale, nonché l'interpretazione delle conversazioni intercettate, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, la cui motivazione è censurabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o contraddittorietà. Infine, l'indeterminatezza della qualità e della quantità dello stupefacente trattato non è di per sé preclusiva della qualificazione del reato come fatto non di lieve entità ai sensi dell'art. 73, comma 5, d.P.R. n. 309/1990, potendo tale valutazione fondarsi sulle complessive connotazioni della vicenda, come la reiterazione delle richieste di pagamento e lo stato d'animo del portatore delle medesime.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROMIS Vincenzo - Presidente

Dott. MARINELLI Felicetta - Consigliere

Dott. BLAIOTTA ((omissis)) - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - rel. Consigliere

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 697/2010 CORTE APPELLO di LECCE, del 21/06/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/10/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SALVATORE DOVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IACOVIELLO ((omissis)) che ha concluso per il rigetto dei ricorsi.

RITENUTO IN FATTO

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