Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26956 del 18 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:26956PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, con artifici e raggiri, attesta falsamente la propria presenza in ufficio per l'intero orario di servizio, omettendo di registrare i propri allontanamenti, realizza il reato di truffa ai danni della pubblica amministrazione, procurandosi indebitamente la retribuzione e i relativi accessori. Il danno patrimoniale per l'ente pubblico non deve essere necessariamente quantificato in modo preciso, essendo sufficiente la reiterata assenza dal posto di lavoro, che determina un pregiudizio all'immagine e al regolare funzionamento dell'amministrazione. La modifica del capo di imputazione, effettuata in assenza dell'imputato contumace ma comunicata al suo difensore, non determina alcuna nullità, non avendo arrecato pregiudizio al diritto di difesa. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione circa la necessità di rinnovare l'istruttoria dibattimentale, motivazione che non è sindacabile in sede di legittimità se logicamente e adeguatamente argomentata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domeni - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. COSCIONI G - rel. Consigliere

Dott. PACILLI G.A.R. - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovan - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/03/2018 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE COSCIONI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. TOCCI Stefano, che ha concluso chiedendo rigettarsi il ricorso;
Udito il difensore Avv. (OMISSIS), la quale ha chiesto l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 26 marzo 2018…

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