Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30950 del 3 agosto 2010

ECLI:IT:CASS:2010:30950PEN

Massima

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Il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p. richiede che la condotta dell'agente sia idonea a limitare concretamente la libertà psichica della persona offesa, ingenerando in quest'ultima un effettivo timore o turbamento, valutati alla luce di tutte le circostanze soggettive, di luogo e di tempo in cui le espressioni minacciose sono state proferite. Pertanto, la mera prospettazione di un male ingiusto, il cui verificarsi non dipende dalla volontà dell'agente, espressa in forma indiretta e rappresentativa di una reazione volta a prevenire un'azione altrui ritenuta illecita o inopportuna, non integra il delitto di minaccia, in assenza di una comprovata idoneità della condotta a intimorire concretamente la persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BE. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 7/2009 TRIB. SEZ. DIST. di JESI, del 17/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/06/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO PALLA;

udito il P.G. in persona del Dott. BAGLIONE Tindari che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Be. Ma. ricorre avverso la sentenza 17.6.…

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