Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40737 del 2 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:40737PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la legittimità di un provvedimento cautelare emesso dal tribunale del riesame, è tenuto a verificare esclusivamente la congruità e la logicità dell'apparato argomentativo posto a fondamento del provvedimento, senza poter riesaminare nel merito gli elementi fattuali e probatori valutati dal giudice di merito. Il controllo di legittimità è, pertanto, circoscritto all'esame dell'atto impugnato al fine di accertare la presenza di due requisiti: l'esposizione delle ragioni giuridicamente significative che hanno determinato il provvedimento e l'assenza di evidenti illogicità nelle argomentazioni. Inoltre, eventuali vizi motivazionali del provvedimento del tribunale del riesame non possono essere dedotti come motivo di ricorso per cassazione, se non risultano "prima facie" dal testo del provvedimento impugnato e non vi è alcuna prova documentale della loro rappresentazione al tribunale del riesame. In particolare, la valutazione della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, così come l'apprezzamento delle esigenze cautelari e delle misure ritenute adeguate, rientrano nell'esclusiva competenza del giudice che ha emesso il provvedimento cautelare e del tribunale del riesame, senza possibilità di sindacato da parte della Corte di cassazione, salvo l'accertamento della congruità e della logicità dell'apparato argomentativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI R. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro, sezione del riesame in data 21/3/2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis)) di Montrone;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott.ssa FODARONI ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza, in data 25/2/2013,…

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