Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38750 del 14 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:38750PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando l'agente compie atti idonei e univocamente diretti a commettere un delitto, che non si realizza per cause indipendenti dalla sua volontà. La desistenza volontaria, che esclude la punibilità del tentativo, si verifica quando l'agente interrompe l'azione delittuosa per un moto di volontà autonomo, senza essere costretto da fattori esterni. Pertanto, il tentativo di reato è integrato anche quando l'azione criminosa viene interrotta per l'intervento di terzi, come le forze dell'ordine, a prescindere dalla volontà dell'agente di desistere. In tali casi, la mera interruzione dell'azione per cause esterne non è sufficiente a configurare la desistenza volontaria, essendo necessario che l'agente abbia spontaneamente e autonomamente rinunciato a portare a termine il reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) ER. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 20/04/2007 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SAVANI PIERO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

IN FATTO E DIRITTO

ER. Ma. , imputato di tentato furto pluriaggravato di…

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