Il concorso di più soggetti nell'esecuzione di un'estorsione, anche attraverso condotte di mero sostegno e rafforzamento dell'azione intimidatoria, integra la fattispecie di reato di cui all'art. 110 c.p. in relazione all'art. 629 c.p., con la possibile applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 quando l'azione delittuosa sia connotata da modalità tipiche della metodologia mafiosa, idonee a determinare una particolare coartazione psicologica nella vittima. Il giudice di merito ha il compito di valutare in concreto la gravità e significatività del quadro indiziario, senza che il giudice di legittimità possa sostituirsi a tale apprezzamento, essendo il suo sindacato limitato alla verifica della logicità e coerenza della motivazione, senza possibilità di riesame degli elementi di fatto. Pertanto, la condotta di chi, pur senza proferire minacce dirette, abbia comunque agito in concorso con altri partecipi all'azione estorsiva, rafforzandone l'effetto intimidatorio, può essere ritenuta penalmente rilevante ai fini della configurazione del reato di estorsione, con l'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 ove ricorrano i presupposti.