La pubblica amministrazione, nello svolgimento delle trattative e nella formazione di un contratto, è tenuta a comportarsi secondo buona fede, con lealtà e correttezza, al fine di non ingenerare nell'altro contraente un affidamento incolpevole sulla validità e sulla piena disponibilità giuridica del bene oggetto del contratto. Pertanto, qualora l'amministrazione conceda un bene di cui non ha la piena proprietà o disponibilità, senza previamente verificare tale circostanza, essa può incorrere in responsabilità precontrattuale per violazione dei doveri di correttezza e buona fede, a meno che il privato non fosse a conoscenza o non avrebbe potuto conoscere con l'ordinaria diligenza l'esistenza di cause di invalidità o indisponibilità del bene. Inoltre, l'amministrazione è tenuta a dare concreta attuazione agli impegni assunti nel contratto, adoperandosi in buona fede per rimuovere gli ostacoli che ne impediscano l'esecuzione, pena l'insorgere di una responsabilità contrattuale. Tuttavia, il mancato raggiungimento di un risultato sperato dal privato non determina automaticamente la responsabilità dell'amministrazione, qualora questa abbia comunque agito con diligenza e correttezza, senza assumere formali impegni che non fosse in grado di mantenere.