Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22626 del 24 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:22626PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'agente, caratterizzata da una serie di comportamenti molesti e minacciosi reiterati nel tempo, cagiona nella vittima uno stato di ansia e di timore per la propria incolumità, anche quando tali condotte siano poste in essere mediante l'utilizzo di falsi profili social e l'apposizione di biglietti ingiuriosi, in continuità temporale e logica con precedenti atti persecutori. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, ha il potere esclusivo di apprezzare la credibilità e l'attendibilità della persona offesa, senza che la mera prospettazione di una diversa valutazione delle risultanze processuali da parte del ricorrente possa integrare un vizio di legittimità. Inoltre, il diniego delle circostanze attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena può essere adeguatamente motivato sulla base della gravità e della reiterazione delle condotte, nonché dell'assenza di segni di ravvedimento da parte dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. Scarl INI Enrico - rel. Consigliere

Dott. MASINI Tiziano - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/01/2022 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. SERRAO D'AQUINO PASQUALE, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Napoli conferma…

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