Cassazione penale Sez. I sentenza n. 29358 del 16 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:29358PEN

Massima

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Il reato continuato richiede l'unicità di disegno criminoso, che non può identificarsi con la mera inclinazione a delinquere o con la tendenza a commettere reati della stessa specie, ma deve consistere in un programma deliberato fin dall'inizio nelle sue linee essenziali per il conseguimento di un determinato fine, di cui i singoli episodi delittuosi costituiscano parte integrante. Pertanto, la partecipazione ad un'associazione per delinquere non è di per sé sufficiente a dimostrare l'unicità di disegno criminoso tra i reati commessi per il perseguimento degli scopi associativi, essendo necessario che l'autore abbia già previsto e deliberato in origine, per linee generali, l'iter criminoso da percorrere e i singoli reati attraverso i quali esso si snoda. Inoltre, la disomogeneità dei reati commessi a considerevole distanza di tempo gli uni dagli altri e dopo apprezzabili periodi di detenzione è sufficiente a ritenere interrotto l'eventuale originario progetto criminoso, escludendo così la configurabilità del reato continuato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 24/10/2008 CORTE APPELLO di MILANO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

lette le conclusioni del P.G. Dr. CIAMPOLI Luigi, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 24 ottobre 2008, la Corte di Appello di Milano, in funzione di giudice dell'esecuzione, per quanto specificamente rileva in questa …

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