Consiglio di Stato sentenza n. 2804 del 2018

ECLI:IT:CDS:2018:2804SENT

Massima

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Il potere di annullamento in autotutela di un permesso di costruire può essere legittimamente esercitato dall'amministrazione comunale quando risultino violate le norme urbanistiche ed edilizie relative al lotto minimo, all'autorizzazione per la costruzione in aderenza e alle distanze minime del fabbricato dalle strade pubbliche, anche ove tali violazioni non siano di entità tale da configurare variazioni essenziali ai sensi dell'art. 32 del d.P.R. n. 380/2001. L'esercizio di tale potere di autotutela, pur dovendo essere motivato in relazione alla sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale, non è soggetto a termini perentori, purché l'amministrazione agisca entro un termine ragionevole decorrente dalla scoperta dei vizi, tenendo conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati. La mancata osservanza delle distanze minime legali, pur non rientrando nell'ambito di applicazione dell'art. 34, comma 2-ter, del d.P.R. n. 380/2001, integra comunque una violazione di norme urbanistiche ed edilizie che giustifica l'annullamento del titolo edilizio in autotutela, senza che sia necessario accertare l'essenzialità della difformità. L'autorizzazione per la costruzione in aderenza, prevista dall'art. 34 delle NTA del PRG, non può essere desunta dal mero rilascio del permesso di costruire, essendo necessario un provvedimento espresso del Sindaco, previo parere della Commissione Edilizia. L'onere motivazionale gravante sull'amministrazione nell'esercizio del potere di autotutela può ritenersi soddisfatto attraverso il richiamo alle pertinenti circostanze di fatto e il rinvio alle disposizioni di tutela violate, senza necessità di una motivazione particolarmente analitica, specie quando l'interesse pubblico tutelato risulti di particolare rilievo.

Sentenza completa

Pubblicato il 10/05/2018

N. 02804/2018REG.PROV.COLL.

N. 03166/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 3166 del 2013, proposto da:
Giuseppe Antonio Paolella e Mario Paolella, rappresentati e difesi dagli avvocati Enrico Soprano e Angela Fera, quali eredi della signora Brillantina Maria Paolella, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Enrico Soprano in Roma, via degli Avignonesi, 5;

contro

Comune di Cusano Mutri, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso dall'avvocato Antonio D'Angelo, con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Sicilia, 50;

nei confronti

Michele Tammaro e Sergio Tammaro, non costituiti in giudizio;

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