Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5479 del 4 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:5479PEN

Massima

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Il porto di strumenti atti ad offendere, come cacciaviti, è legittimo solo se in rapporto di causalità con l'attività lavorativa o altra lecita esigenza, la cui sussistenza deve essere immediatamente provata dall'imputato. In assenza di tale prova, il porto di tali oggetti integra il reato di cui all'art. 4 della L. n. 110 del 1975, non essendo sufficiente la mera deduzione a posteriori di una giustificazione da parte dell'imputato o della sua difesa. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivato dal giudice con l'assenza di elementi o circostanze di segno positivo, nonché con la presenza di precedenti penali specifici, i quali implicano un giudizio di disvalore sulla personalità dell'imputato. Tale valutazione discrezionale del giudice di merito è insindacabile in sede di legittimità, purché non sia manifestamente illogica o contraddittoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. RICCARDI Giusep - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/09/2017 della Corte di Appello di Roma, Sezione Minorenni;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. GIUSEPPE RICCARDI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l&#…

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