Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20796 del 14 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20796PEN

Massima

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Il dolo specifico di truffa può essere desunto dalle modalità della condotta dell'imputato, anche in assenza di prova diretta dell'elemento psicologico, quando le sue affermazioni risultino prive di riscontro e il contesto cronologico della vicenda sia coerente con l'intento di indurre in errore le parti offese per conseguire ingiusti profitti. L'inadempimento di obbligazioni contrattuali non esclude necessariamente la configurabilità del reato di truffa, qualora la condotta dell'agente sia caratterizzata da artifici e raggiri idonei a cagionare un danno patrimoniale altrui. Il decorso del termine di prescrizione del reato di truffa può essere interrotto da atti interruttivi, sicché la causa estintiva non matura al momento della pronuncia della sentenza di appello qualora il processo sia rimasto sospeso per un periodo significativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 14/03/2012 della Corte di Appello di Catania;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO

1. Con sentenza del 14/03/2012, la Corte di Appello di Catania confermava la sentenza con la quale, in data 23/09/2009, il tribunal…

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