Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40345 del 8 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:40345PEN

Massima

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La diffamazione commessa nell'ambito di un procedimento giudiziario, attraverso affermazioni strumentali e pertinenti alle tesi difensive prospettate, è scriminata ai sensi dell'art. 598 c.p., in quanto espressione del diritto di difesa e del principio di libertà di manifestazione del pensiero garantito dall'art. 21 Cost., a prescindere dalla veridicità o continenza espressiva delle dichiarazioni, purché le stesse siano riferite all'oggetto della controversia e non eccedano manifestamente i limiti della continenza e della pertinenza. In tali casi, l'attribuzione di uno stato di malattia, come la depressione, alla controparte processuale non integra gli estremi della diffamazione, essendo tale condotta riconducibile alla scriminante di cui all'art. 598 c.p., in quanto strumentale alla difesa delle proprie ragioni nel giudizio civile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefa - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI VASTO;

nei confronti di:

1) CA. OL. N. IL (OMESSO) C/;

avverso la sentenza n. 192/2006 GIUDICE DI PACE di VASTO, del 15/10/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/09/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO PALLA;

udito il P.G. in persona del Dott. Izzo G. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

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