Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29439 del 20 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:29439PEN

Massima

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Il dipendente che, nell'ambito delle proprie funzioni, rivolge a colleghi o ex colleghi espressioni offensive e denigratorie, anche se in risposta a rilievi o contestazioni, commette il reato di diffamazione, in quanto le critiche, pur legittime, devono essere formulate in modo civile e rispettoso, senza l'utilizzo di termini ingiuriosi o volti a screditare la reputazione altrui. Inoltre, la diffamazione sussiste anche quando la comunicazione offensiva è indirizzata a più soggetti, in quanto ciò comporta la divulgazione della condotta denigratoria. Pertanto, il dipendente che, in risposta a rilievi sul proprio operato, invia a più destinatari una lettera contenente espressioni gravemente offensive, anche se ritenute necessarie per le esigenze del servizio, integra il reato di diffamazione, non essendo giustificato l'utilizzo di termini denigratori e ingiuriosi, a prescindere dalla legittimità delle contestazioni mosse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. LU. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 05/06/2006 CORTE APPELLO di FIRENZE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. Izzo Gioacchino, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

La Corte di Cassazione:

OSSERVA

Pa. Lu. e' stato con…

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