Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15810 del 29 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:15810PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione si configura quando la condotta minacciosa, pur finalizzata al recupero di un credito, assume caratteri di tale forza intimidatoria da andare oltre il mero intento di far valere un preteso diritto, coartando ingiustamente la volontà della persona offesa e trasformandosi in una condotta estorsiva. La valutazione della pericolosità sociale dell'imputato, che giustifica l'applicazione della misura di sicurezza dell'espulsione, deve tenere conto dei precedenti penali, della gravità della condotta illecita e dell'assenza di una lecita occupazione. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella concessione delle attenuanti generiche, essendo sufficiente che motivi la decisione con riferimento agli elementi ritenuti decisivi, senza dover prendere in considerazione tutti i fattori favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3503/2015 in data 08/10/2015 della Corte di Appello di MILANO;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Giuseppe COSCIONI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. FODARONI ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribu…

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