Cassazione penale Sez. I sentenza n. 8286 del 25 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:8286PEN

Massima

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La consapevolezza della detenzione di un'arma occultata non a vista all'interno di un mezzo di proprietà di terzi, ai fini dell'integrazione del reato di detenzione illegale di arma, deve essere dimostrata attraverso elementi probatori concreti e non può essere desunta automaticamente dalla mera disponibilità dell'area in cui il mezzo è parcheggiato o dalla semplice presenza delle chiavi all'interno dello stesso. Il giudice è tenuto a verificare attentamente la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, valutando in modo approfondito e non apodittico tutti gli elementi a disposizione, senza limitarsi ad aderire acriticamente alla tesi accusatoria, e a motivare adeguatamente le proprie conclusioni, rispondendo in modo esaustivo alle deduzioni difensive rilevanti. Soltanto in presenza di una motivazione congrua e logica, che dimostri in modo convincente la consapevolezza dell'indagato circa l'esistenza dell'arma, possono ritenersi integrati i presupposti per l'applicazione di una misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. BINENTI Rober - Rel. Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 06/09/2018 del Tribunale di Caltanissetta;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
sentito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Caltanissetta, con il provvedimento indicato in epigrafe, rigettava la richiesta di riesame proposta avverso l'ordinanza con la quale era stata …

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