Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la richiesta di ottemperanza al giudicato formatosi su un decreto decisorio che condannava il Ministero della Giustizia al pagamento di una somma a titolo di equa riparazione per l'eccessiva durata del processo, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Il Ministero della Giustizia ha la legittimazione passiva nei giudizi per l'esecuzione del giudicato che condanna l'Amministrazione a corrispondere l'equa riparazione ai sensi della legge n. 89 del 2001. 2. Ricorrendo tutti i presupposti necessari, il decreto decisorio divenuto definitivo per mancata impugnazione in Cassazione deve essere eseguito, con il pagamento in favore della parte ricorrente delle somme liquidate a titolo di equa riparazione e delle spese processuali. 3. In sede di ottemperanza, non possono essere riconosciute le spese relative ad atti di precetto, ma solo quelle accessorie all'introduzione del giudizio di ottemperanza, liquidate in modo omnicomprensivo nell'ambito delle spese di lite. 4. L'Amministrazione è tenuta a dare esecuzione al decreto entro 60 giorni dalla notificazione o comunicazione della sentenza; in caso di inottemperanza, il Tribunale nomina un Commissario ad acta per il pagamento, a carico dell'Amministrazione inadempiente. 5. La richiesta di irrogazione dell'astreinte non può essere accolta, in considerazione delle difficoltà di adempimento collegate ai vincoli normativi e di bilancio, allo stato della finanza pubblica e alla rilevanza di specifici interessi pubblici, che costituiscono ragioni ostative alla sua applicazione. 6. In sede di ottemperanza, il giudice amministrativo non può integrare il titolo esecutivo con la condanna al pagamento della rivalutazione monetaria, in quanto ciò comporterebbe un'inammissibile sovrapposizione al giudicato civile.