Cassazione penale Sez. I sentenza n. 27047 del 30 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:27047PEN

Massima

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Il dolo generico, anche nella forma del dolo eventuale, è sufficiente per integrare l'elemento soggettivo del reato di diffamazione militare di cui all'art. 227 c.p.m.p., comma 1, non essendo necessario l'accertamento di una specifica volontà di offendere la reputazione del superiore gerarchico. L'uso consapevole, da parte dell'agente, di espressioni offensive e volgari, socialmente interpretabili come lesive della reputazione altrui, è sufficiente a configurare il dolo richiesto dalla norma incriminatrice, a prescindere dalla effettiva diminuzione della stima e considerazione del soggetto offeso presso i terzi presenti, nonché dall'assenza di condotte volte a convincere gli astanti delle qualità negative dell'offeso o dalla mancata individuazione puntuale del luogo e del tempo in cui le espressioni sono state pronunciate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. BONITO Francesco M - Rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto dal Procuratore Generale presso Corte d'Appello di Roma nei confronti di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/10/2016 della CORTE MILITARE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/05/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. Bonito Francesco Maria Silvio;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Fimiani Pasquale che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata…

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