La sospensione temporanea dell'attività di consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto senza la prescritta autorizzazione amministrativa costituisce grave abuso, comportando la revoca dell'autorizzazione all'esercizio di tale attività. Le Città Metropolitane, in virtù della potestà regolamentare loro riconosciuta dalla Costituzione, possono disciplinare l'organizzazione e lo svolgimento delle funzioni loro attribuite, ivi compresa la regolamentazione delle modalità di sospensione temporanea dell'attività di consulenza automobilistica. Il titolare dello studio di consulenza che, per comprovati e gravi motivi, risulti temporaneamente impossibilitato a proseguire l'attività, è tenuto a richiedere all'amministrazione competente l'autorizzazione alla sospensione temporanea, la cui mancata richiesta integra un grave abuso sanzionabile con la revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività. Tale disciplina risponde all'esigenza di garantire il corretto svolgimento di funzioni pubbliche e di pubblico interesse affidate al consulente automobilistico, il quale è chiamato a svolgere talora funzioni di pubblico ufficiale e talaltra di incaricato di pubblico servizio. La prosecuzione "clandestina" dell'attività di consulenza da parte di soggetti non autorizzati, anche in assenza del titolare, costituisce un ulteriore grave abuso che legittima la revoca dell'autorizzazione. Il provvedimento di revoca, in tali ipotesi, presenta contenuto vincolato e non può avere diverso contenuto.