Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11358 del 13 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:11358PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, consultando indebitamente il sistema informatico in uso presso l'ufficio giudiziario in cui presta servizio, acquisisce notizie riservate relative a procedimenti penali in corso a carico di terzi e le comunica telefonicamente a uno degli indagati, al fine di consentirgli di "ripararsi" e ostacolare le investigazioni, commette i reati di rivelazione di segreto d'ufficio e di favoreggiamento personale. La rivelazione di notizie d'ufficio coperte da segreto, anche se relative a procedimenti di cui l'interessato è già a conoscenza, integra il reato di cui all'art. 326 c.p., in quanto la legge impone l'obbligo di mantenere il segreto su tali informazioni, a prescindere dalla loro effettiva riservatezza o dalla potenzialità lesiva della condotta. Il reato di favoreggiamento personale, invece, è integrato dalla mera idoneità della condotta a consentire all'indagato di eludere le investigazioni, a prescindere dall'effettivo conseguimento di tale risultato. Pertanto, il pubblico ufficiale che, dopo aver consultato indebitamente il sistema informatico dell'ufficio giudiziario, telefona tempestivamente all'indagato per informarlo di quanto appreso e concordare un successivo incontro, al fine di metterlo in condizione di sottrarsi alle indagini, realizza entrambe le fattispecie delittuose, non essendo rilevante che le notizie rivelate fossero in parte già di dominio pubblico o che l'aiuto fornito all'indagato non abbia prodotto gli effetti sperati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/10/2016 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARIA SABINA VIGNA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore DI LEO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Udito il difensore avv. (OMISSIS) che si riporta ai motivi e insiste per l'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, la Cor…

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