Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43246 del 12 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:43246PEN

Massima

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La confisca di beni intestati al coniuge del condannato per associazione di tipo mafioso è legittima quando risulti la sproporzione tra il patrimonio nella titolarità del coniuge e l'attività lavorativa svolta dallo stesso, in assenza di giustificazione circa la provenienza lecita delle risorse impiegate per l'acquisizione di tali beni. La presunzione di illecita accumulazione patrimoniale opera non solo in relazione ai beni del condannato, ma anche con riferimento ai beni intestati al coniuge, senza che sia necessario dimostrare la fittizia interposizione di quest'ultimo. Il giudice dell'esecuzione, nel valutare la legittimità della confisca, deve accertare in modo adeguato e congruo la sproporzione tra le disponibilità reddituali e patrimoniali del nucleo familiare del condannato e l'investimento finanziario oggetto di confisca, anche tenendo conto dei redditi di fonte lecita percepiti negli anni immediatamente precedenti l'investimento, senza dover necessariamente considerare i redditi di periodi successivi non rilevanti ai fini della decisione. L'interpretazione restrittiva della Legge n. 146 del 2006, art. 12, che limita i poteri di indagine del pubblico ministero nella fase esecutiva, non è condivisibile, in quanto tale norma disciplina esclusivamente l'attività di indagine nella fase del giudizio, senza incidere sulla facoltà del pubblico ministero di chiedere il sequestro e la confisca in sede esecutiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ZI. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 107/2008 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 08/05/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, Dott. Monetti Vito, Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte suprema, il quale ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

RILEVA IN FATTO E IN DIRITTO

1. - Con ordinanza, deliberata il 8 …

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