La violazione dei sigilli apposti dall'autorità competente integra il reato di cui all'art. 349 c.p., a prescindere dalla legittimità o dall'efficacia del provvedimento di sequestro o di apposizione dei sigilli, poiché la norma richiede soltanto che l'apposizione dei sigilli derivi da una disposizione di legge o da un ordine dell'autorità. Una volta che il vincolo sia stato apposto a tutela dell'identità e della conservazione della cosa, esso non può essere violato dal privato fino a quando non venga formalmente rimosso dall'autorità competente. Pertanto, la data in cui sia avvenuta la materiale commissione della violazione rispetto alla sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti è irrilevante ai fini della configurabilità del reato, essendo sufficiente che i sigilli siano stati violati nonostante il loro permanere in assenza di un formale provvedimento di dissequestro o rimozione. Inoltre, la revoca dell'ordine di demolizione non incide sulla sospensione condizionale della pena, che opera a prescindere dall'obbligo di demolizione, essendo quest'ultimo stato eliminato.