Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 10889 del 2024

ECLI:IT:TARLAZ:2024:10889SENT

Massima

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Il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato può essere impugnato dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale, il quale, accertata la cessazione della materia del contendere per il successivo rilascio del titolo richiesto, dichiara l'estinzione del giudizio, compensando le spese di lite, fatta eccezione per l'obbligo di restituzione del contributo unificato. Il Tribunale, inoltre, ordina l'oscuramento delle generalità e di qualsiasi altro dato idoneo ad identificare il ricorrente, in applicazione della normativa a tutela dei diritti e della dignità della parte interessata. Il provvedimento di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato è un atto amministrativo impugnabile dinanzi al giudice amministrativo, il quale, accertata la cessazione della materia del contendere per il successivo rilascio del titolo richiesto, dichiara l'estinzione del giudizio, compensando le spese di lite, fatta eccezione per l'obbligo di restituzione del contributo unificato. Il Tribunale, inoltre, ordina l'oscuramento delle generalità e di qualsiasi altro dato idoneo ad identificare il ricorrente, in applicazione della normativa a tutela dei diritti e della dignità della parte interessata. Tale principio si fonda sulla necessità di garantire la tutela giurisdizionale avverso i provvedimenti amministrativi di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, assicurando altresì il rispetto della riservatezza e della dignità della persona coinvolta nel procedimento. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi e argomentazioni desumibili dalla sentenza: 1) Il provvedimento di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato è un atto amministrativo impugnabile dinanzi al giudice amministrativo. 2) Il Tribunale Amministrativo Regionale, accertata la cessazione della materia del contendere per il successivo rilascio del titolo richiesto, dichiara l'estinzione del giudizio. 3) Le spese di lite sono compensate, fatta eccezione per l'obbligo di restituzione del contributo unificato. 4) Il Tribunale ordina l'oscuramento delle generalità e di qualsiasi altro dato idoneo ad identificare il ricorrente, in applicazione della normativa a tutela dei diritti e della dignità della parte interessata. 5) Tali principi si fondano sulla necessità di garantire la tutela giurisdizionale avverso i provvedimenti amministrativi di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, assicurando altresì il rispetto della riservatezza e della dignità della persona coinvolta nel procedimento.

Sentenza completa

Pubblicato il 29/05/2024

N. 10889/2024 REG.PROV.COLL.

N. 02644/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Prima Ter)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2644 del 2020, proposto da
-OMISSIS-, rappresentato e difeso dagli avvocati Amalia Marotta, Fabrizio Nune', con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Fabrizio Nunè in Roma, Lungotevere Flaminio n. 34;

contro

Questura Roma, Ministero dell'Interno, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per l'annullamento

del decreto della Questura di Roma del 6 dicembre 2019 di diniego dell’istanza di rinnov…

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