Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26639 del 17 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:26639PEN

Massima

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Il tentativo di rapina aggravata, la detenzione e il porto illegale di armi da guerra, nonché il tentato omicidio commesso durante la fuga, integrano gravi reati che devono essere puniti con severità, in quanto condotte particolarmente pericolose per l'incolumità pubblica e la sicurezza dei cittadini. Il giudizio di idoneità degli atti a cagionare la morte, ai fini della configurabilità del tentato omicidio, deve essere effettuato secondo un criterio di prognosi postuma, valutando la concreta capacità della condotta di realizzare l'evento, a prescindere dall'esito effettivo. Pertanto, la circostanza che i colpi d'arma da fuoco non abbiano raggiunto le vittime non esclude la sussistenza del tentato omicidio, qualora gli atti posti in essere siano idonei ed univocamente diretti a cagionare la morte, come nel caso di reiterati colpi esplosi a distanza ravvicinata con un'arma da guerra. L'arma lunga utilizzata dai rapinatori, pur non essendo formalmente classificata come "arma da guerra", deve essere qualificata come "arma tipo guerra" ai sensi della legge n. 110 del 1975, in quanto in grado di utilizzare lo stesso munizionamento delle armi militari, come dimostrato dalla provenienza dei bossoli esplosi da arsenali bellici. Il giudice di appello, nel correggere un mero errore materiale nel dispositivo della sentenza di primo grado, non viola il divieto di reformatio in peius, in quanto si limita a dare prevalenza alla volontà effettivamente espressa dal giudice di prime cure, senza modificare la pena concretamente inflitta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SANDRINI Enrico G. - Consigliere

Dott. SARACENO Rosa A. - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/02/2018 della CORTE APPELLO di VENEZIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. DI NARDO MARILIA, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata relativamente alla pena che si richiede di rideterminare, il rigetto nel resto.
E' presente l&#x…

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