Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30436 del 1 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:30436PEN

Massima

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La confisca dei beni di cui una persona sottoposta a misura di prevenzione non possa giustificare la legittima provenienza è legittima anche per il periodo antecedente all'inizio della sua appartenenza a un sodalizio mafioso, purché il loro valore risulti sproporzionato rispetto al reddito o all'attività economica svolta dal prevenuto. La prova della disponibilità dei beni in capo al soggetto sottoposto a misura di prevenzione può essere desunta dalla loro intestazione, senza necessità di ricorrere alla presunzione di cui all'art. 2-bis, comma 3, della legge n. 575 del 1965, qualora i beni risultino direttamente intestati al medesimo. In tema di misure di prevenzione, personali e patrimoniali, il ricorso per cassazione è ammesso soltanto per violazione di legge, essendo escluse le censure relative alla motivazione, salvo il caso di motivazione inesistente o meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea Presidente del 18/07/2 -

Dott. BEVERE Antonio Consigliere SENTE -

Dott. DE BERARDINIS Silvana Consigliere N. 1 -

Dott. VESSICHELLI Maria Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. rel. Consigliere N. 10473/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. FI. GI. N. IL (OMESSO);

2) D. F. G. N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 129/2009 CORTE APPELLO di PALERMO, del 22/12/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. Salvi per il rigetto.

RITENUTO IN FATTO…

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