Il permesso di costruire convenzionato, introdotto dall'art. 28-bis del D.P.R. 380/2001, rappresenta una modalità semplificata di rilascio del titolo edilizio, in deroga all'obbligo di preventiva approvazione di uno strumento urbanistico attuativo, laddove le esigenze di urbanizzazione possano essere soddisfatte con procedure più snelle. Tuttavia, tale istituto presuppone comunque la compatibilità dell'intervento edilizio con la destinazione d'uso prevista dallo strumento urbanistico generale vigente, non potendosi derogare alle scelte di pianificazione urbanistica operate dall'amministrazione comunale. Pertanto, il rilascio del permesso di costruire convenzionato può essere legittimamente negato qualora il progetto edilizio risulti in contrasto con la zonizzazione e le prescrizioni del piano regolatore generale, anche in relazione alla realizzazione di opere di urbanizzazione in aree con diversa destinazione d'uso. Lo stato di fatto dell'area, eventualmente caratterizzato dalla perdita delle originarie connotazioni rurali, non può legittimare un uso non conforme alle previsioni dello strumento urbanistico, non essendo sufficiente a superare i limiti di edificabilità imposti dalla pianificazione comunale. Il provvedimento di diniego del permesso di costruire convenzionato, adeguatamente motivato sulla base di tali presupposti, non può essere annullato in sede giurisdizionale, in quanto ciascuna delle ragioni ostative, di per sé idonea a supportare la decisione, determina il rigetto dell'impugnativa.