La risoluzione unilaterale di un contratto pubblico di fornitura, disposta dall'amministrazione in ragione dell'inadempimento del fornitore, configura una controversia di natura negoziale, la cui cognizione è devoluta al giudice ordinario civile, e non al giudice amministrativo. Ciò in quanto, nonostante i poteri extra ordinem conferiti all'amministrazione per fronteggiare l'emergenza COVID-19, nella fase esecutiva del contratto l'amministrazione si avvale di poteri tipicamente negoziali, quali la clausola risolutiva espressa, la cui applicazione non attiene alla legittimità di provvedimenti amministrativi, ma alla verifica della sussistenza dei presupposti contrattuali per la risoluzione. Pertanto, il giudice amministrativo adito deve dichiarare il difetto di giurisdizione in favore dell'autorità giudiziaria ordinaria, ai sensi dell'art. 11 del codice del processo amministrativo, fermo restando la possibilità per la parte di riassumere il giudizio entro il termine perentorio di tre mesi.