Consiglio di Stato sentenza n. 4187 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:4187SENT

Massima

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La cessazione dell'efficacia della concessione di un bene pubblico, in assenza di clausole di tacito rinnovo, determina l'insorgere di un rapporto di occupazione sine titulo in capo al precedente concessionario, la cui qualificazione giuridica rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo ai sensi dell'art. 133, comma 1, lett. b) del c.p.a., a prescindere dalla mera circostanza che la durata della concessione sia stata fissata in un termine analogo a quello previsto per le locazioni commerciali dalla legge n. 392/1978. Infatti, la presenza di specifici obblighi di servizio pubblico in capo al concessionario, funzionali a garantire l'ottimale e pubblica fruizione del servizio di bar in favore dell'utenza che accede all'Ufficio pubblico, costituisce elemento decisivo per qualificare il rapporto come concessorio di bene pubblico, con conseguente applicazione della disciplina pubblicistica e della relativa giurisdizione amministrativa, anche per le domande di rilascio del bene e di risarcimento del danno da occupazione abusiva, salvo che tali domande non siano state espressamente devolute alla cognizione del giudice ordinario. La cessazione definitiva della concessione, in assenza di clausole di rinnovo, comporta l'obbligo per il precedente concessionario di rilasciare immediatamente il bene, senza possibilità di ulteriore permanenza, con conseguente responsabilità per i danni derivanti dall'occupazione sine titulo a far data dalla scadenza del rapporto concessorio.

Sentenza completa

Pubblicato il 26/04/2023

N. 04187/2023REG.PROV.COLL.

N. 08679/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8679 del 2021, proposto dall’Associazione CRAL “Il Gabbiano”, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall'avvocato Simone Labonia, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Salerno, via F. Gaeta, 7

contro

Agenzia delle Entrate, in persona del Direttore
pro tempore
, rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi, 12

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (Sezione Quarta) n. 1398/2021

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