Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14610 del 15 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:14610PEN

Massima

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La pericolosità sociale di un soggetto indiziato di appartenere ad un'organizzazione di tipo mafioso è presunta dal legislatore come immanente nella ritenuta adesione del soggetto al sodalizio criminoso, a prescindere dalla sussistenza di una condanna penale per il reato di associazione mafiosa. Il procedimento di prevenzione è autonomo rispetto a eventuali procedimenti penali e i suoi esiti possono differire da quelli di tali procedimenti, potendo il giudice della prevenzione diversamente valutare fatti che non hanno dato origine a condanne. Ai fini dell'applicazione di una misura di prevenzione, la contiguità del soggetto agli organismi mafiosi, pur non integrando il reato di partecipazione all'associazione, può essere desunta da elementi indiziari, quali dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni e attività imprenditoriali collegate a contesti criminali, che dimostrino il suo stabile inserimento in circuiti delinquenziali di matrice mafiosa e il suo contributo al perseguimento degli obiettivi del sodalizio, anche attraverso la gestione di appalti e subappalti di opere pubbliche. L'attualità della pericolosità sociale del soggetto proposto per l'applicazione della misura di prevenzione si presume implicita nella provata attualità della sua appartenenza all'associazione mafiosa, senza che sia necessaria una specifica motivazione sulla permanenza della pericolosità, salvo che non emergano elementi che ne indichino la cessazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DI. CA. Fi. , nato a (OMESSO);

avverso il Decreto emesso il 16/04/2009 dalla Corte di Appello di Caltanisetta nel procedimento di prevenzione nei suoi confronti;

esaminati gli atti, il ricorso e il provvedimento impugnato;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere dott. Paoloni Giacomo;

lette le richieste del Procuratore Generale in Sede (sost. P.G. dott. Stabile Carmine), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1.-…

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