Il socio di una società di persone può essere escluso per grave inadempimento del contratto sociale, con conseguente condanna al risarcimento dei danni nei confronti della società e degli altri soci. L'esclusione del socio e la condanna al risarcimento dei danni trovano fondamento nel principio di buona fede e correttezza che deve informare i rapporti tra i soci, i quali sono tenuti a collaborare lealmente per il raggiungimento dello scopo sociale. Il grave inadempimento del contratto sociale da parte di un socio, che comprometta irrimediabilmente il rapporto fiduciario con gli altri soci e la possibilità di proseguire l'attività sociale, legittima pertanto l'esclusione del socio inadempiente e l'obbligo di risarcire i danni cagionati alla società e agli altri soci. Tale principio si applica in modo uniforme a prescindere dalla forma giuridica della società, essendo espressione di un generale dovere di correttezza e buona fede che grava sui soci nei rapporti interni alla compagine sociale. La valutazione della gravità dell'inadempimento e della proporzionalità della sanzione dell'esclusione rispetto alla condotta del socio è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, il cui accertamento è incensurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato.