Il trattamento di dati personali, anche di natura sensibile, come immagini e video a contenuto sessualmente esplicito, è punibile penalmente solo se realizzato in violazione delle specifiche disposizioni di legge che disciplinano le modalità e le condizioni del trattamento, come gli articoli 2-sexies, 2-septies, 2-octies e 2-quinquiesdecies del Codice della privacy. La mera diffusione di tali dati, senza il consenso delle persone rappresentate, non integra di per sé il reato di cui all'articolo 167, comma 2, del Codice della privacy, come modificato dal D.Lgs. n. 101/2018, in assenza della dimostrata violazione di quelle particolari prescrizioni normative. Qualora la condotta non rientri in tale fattispecie, il giudice deve valutare la possibile sussistenza di altri reati, come quello previsto dall'articolo 612-ter c.p. sulla diffusione illecita di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito. Il giudice è tenuto a un'attenta analisi della condotta concreta contestata, al fine di verificarne la rilevanza penale alla luce della nuova disciplina, senza poter dare per scontata la continuità normativa con la precedente formulazione dell'articolo 167 del Codice della privacy.