Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43260 del 19 novembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:43260PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del controllo sui provvedimenti in materia di misure di prevenzione, è tenuto a verificare esclusivamente la sussistenza di un'adeguata struttura motivazionale, senza poter sindacare la congruità, l'adeguatezza o la logicità dell'impianto argomentativo, essendo precluso il riesame del merito. Pertanto, il vizio di motivazione denunciabile in sede di legittimità non può riguardare la valutazione degli elementi indiziari posti a fondamento del giudizio di pericolosità sociale, ma soltanto l'assenza o la mera apparenza della motivazione, in violazione dell'obbligo di provvedere con decreto motivato imposto al giudice d'appello dalla legge. Inoltre, il giudice di merito può legittimamente fondare il giudizio di pericolosità sociale sulla ragionevole probabilità di appartenenza del proposto alla consorteria mafiosa, intesa in senso ampio, comprensivo non solo dei rapporti di organico inserimento, ma anche di quelli di mera contiguità e degli apporti esterni sussumibili nell'area concettuale del concorso esterno, senza che ciò comporti un'indebita valutazione di merito. Infine, il requisito dell'attualità della pericolosità sociale può ritenersi soddisfatto in ragione della rilevata appartenenza del proposto a un sodalizio di stampo mafioso, in assenza di elementi rivelatori di dissociazione o ripudio di ogni forma di adesione a logiche criminali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto il 27.12.2007 da:

Avv. FIORELLO Lillo, difensore di LO. GI. Vi., nato a (OMESSO);

avverso il decreto della Corte di d'Appello di Palermo del 15 maggio 2007;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere Dott. BRUNO Paolo Antonio;

Lette le conclusioni scritte del Procuratore Generale, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

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