Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1218 del 10 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:1218PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio non può essere configurato quando l'azione aggressiva, pur essendo stata intrapresa con capacità offensiva, è stata interrotta per volontà dell'aggressore, il quale avrebbe avuto la possibilità di portarla a compimento se lo avesse realmente voluto, essendo intervenuti i terzi solo dopo aver sentito il rumore provocato dall'ingresso nell'abitazione della vittima. In tali casi, l'intento dell'aggressore deve essere ritenuto più intimidatorio che omicidiario, non essendo sufficiente il mero utilizzo di un'arma idonea a cagionare la morte, né il comportamento successivo dell'aggressore, volto a minacciare ulteriormente la vittima, per configurare il tentativo di omicidio, dovendosi invece riqualificare i fatti come lesioni volontarie e violazione di domicilio aggravata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria C. - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE PRESSO TRIBUNALE DI ROMA;

nei confronti di:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS) C/;

avverso l'ordinanza n. 450/2012 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 21/02/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE SANTALUCIA;

sentite le conclusioni del PG Dott. A. P. Viola che ha chiesto la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Il Tribunale del ries…

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