La notifica del decreto di citazione per il giudizio di appello presso il difensore di fiducia dell'imputato, anche se detenuto, è idonea a determinare la conoscenza effettiva della citazione da parte dell'imputato, in virtù del rapporto fiduciario che lega l'imputato al proprio difensore. Pertanto, l'omessa notifica diretta all'imputato detenuto non determina una nullità assoluta, ma eventualmente una nullità a regime intermedio, che deve essere eccepita dalla parte prima del compimento dell'atto o immediatamente dopo, a pena di decadenza. Inoltre, nel caso di restituzione nel termine per proporre impugnazione ai sensi dell'art. 175 c.p.p., comma 2, il termine di prescrizione del reato rimane sospeso tra la notifica dell'estratto contumaciale e la notifica dell'ordinanza che dispone la restituzione, non potendosi ritenere venuta meno la volontà punitiva dello Stato in presenza di un giudicato di condanna, seppur poi neutralizzato dalla restituzione nel termine. Pertanto, la disposizione di cui all'art. 175 c.p.p., comma 8, che prevede tale sospensione, non presenta profili di incostituzionalità, essendo giustificata dall'esigenza di garantire il concreto esercizio del diritto di impugnazione. Infine, l'inammissibilità del ricorso per cassazione dovuta alla manifesta infondatezza dei motivi dedotti non consente il formarsi di un valido rapporto di impugnazione e preclude, pertanto, la possibilità di rilevare e dichiarare le cause di non punibilità, salvo i casi eccezionali di accertamento dell'abolitio criminis o della dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice.