Il beneficio della liberazione condizionale può essere concesso al condannato che abbia dimostrato il suo ravvedimento e la sua volontà di reinserimento sociale, anche in assenza dell'integrale adempimento delle obbligazioni civili derivanti dal reato, purché sia accertata l'impossibilità di tale adempimento per ragioni indipendenti dalla sua volontà, da valutarsi non solo sotto il profilo economico ma anche in relazione ad altre cause ostative. L'eventuale manifestazione del desiderio del condannato di fare ritorno nel proprio paese di origine non è di per sé sufficiente a escludere l'applicabilità della misura di sicurezza della libertà vigilata, la cui incompatibilità con la liberazione condizionale deve essere valutata in concreto sulla base di elementi che dimostrino l'effettiva impossibilità di darvi esecuzione. Il beneficio della liberazione condizionale non può essere negato per il solo mancato adempimento delle obbligazioni civili, dovendo tale circostanza essere considerata unitamente ad altri parametri indicativi del ravvedimento del condannato.