Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38381 del 18 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:38381PEN

Massima

Il delitto di frode in commercio di cui all'art. 515 c.p. non è un reato proprio, potendo essere commesso da chiunque agisca nell'esercizio di un'attività commerciale, non essendo essenziale la qualifica di commerciante. Tuttavia, il giudice di legittimità, non potendo compiere valutazioni circa le condizioni soggettive dell'imputato, deve rinviare gli atti al giudice di merito affinché esprima una compiuta e logica motivazione in ordine alle richieste di conversione del trattamento sanzionatorio e di concessione del beneficio della non menzione della condanna nel casellario giudiziale, in quanto tali valutazioni rientrano nella sua discrezionalità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 303/2012 CORTE APPELLO di CATANIA, del 10/07/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/07/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Scardaccione Eduarado che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Catania, con la sentenza del 10 lugli…

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