La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: L'installazione e l'esercizio di un impianto di distribuzione di carburanti non possono essere subordinati a vincoli, con finalità commerciali, relativi a contingentamenti numerici, distanze minime tra impianti e tra impianti ed esercizi o superfici minime commerciali, in quanto tali restrizioni violano le norme sulla tutela della concorrenza. Pertanto, la normativa statale di liberalizzazione di cui all'art. 83-bis, comma 17, del decreto-legge n. 112 del 2008 ha introdotto una totale liberalizzazione in materia, direttamente applicabile in ambito regionale, con effetto abrogativo delle precedenti previsioni regionali contrastanti con i principi della tutela della concorrenza. Inoltre, non ogni modifica del progetto edilizio originariamente assentito richiede necessariamente una nuova autorizzazione paesaggistica, in quanto quando le variazioni sono di modesta entità e non alterano l'impatto complessivo dell'attività edilizia sul contesto ambientale e paesaggistico, l'autorizzazione paesaggistica già rilasciata può ritenersi idonea a coprire anche tali adeguamenti progettuali, in ossequio al principio di economicità dell'azione amministrativa. Infine, il rilascio del permesso di costruire per la realizzazione di un impianto di distribuzione di carburanti prescinde dalla previa adozione dell'autorizzazione all'installazione e all'esercizio dell'impianto, in quanto i due atti costituiscono gli elementi di una fattispecie complessa a formazione progressiva, al cui completarsi si realizzano le condizioni di legge per il legittimo esercizio della relativa attività.