La concessione di aree del demanio marittimo per finalità turistico-ricreative costituisce un'ipotesi eccezionale, rimessa alla discrezionalità della pubblica amministrazione, che deve contemperare l'interesse pubblico al libero godimento della spiaggia e del mare da parte della collettività con l'esigenza di consentire l'insediamento di attività economiche compatibili. In assenza di un piano comunale di spiaggia, la competenza a decidere sulle istanze di concessione spetta in via transitoria alla Regione, la quale può legittimamente rigettare la richiesta sulla base di un parere negativo del Comune, qualora ritenga che la quota di arenile già concesso abbia superato il limite percentuale stabilito per garantire gli usi pubblici e la libera balneazione. Il provvedimento di rigetto, pur nella sua sinteticità, deve comunque contenere elementi sufficienti a far comprendere le ragioni dell'agire amministrativo, inteso al ripristino della legalità violata.