Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14373 del 7 aprile 2008

ECLI:IT:CASS:2008:14373PEN

Massima

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La continuità del disegno criminoso, quale presupposto per il riconoscimento della continuazione tra più reati, postula l'identità dell'intento delittuoso, concepito e deliberato con la medesima risoluzione, in modo da avvincere, quanto meno nelle linee essenziali, tutti i reati commessi. Pertanto, la mera occasionalità e contingenza dei singoli episodi delittuosi, anche se accomunati da una finalità di mantenimento di uno stile di vita improntato a rilevanti dinamiche associative, non è sufficiente a integrare il requisito della continuazione, essendo necessaria la dimostrazione di un unitario e preordinato programma criminoso. La contraddittorietà della motivazione, che da un lato riconosce l'occasionalità e la contingenza dei delitti di omicidio e, dall'altro, afferma la continuazione tra tutti i reati, inficia la legittimità del provvedimento, imponendone l'annullamento e il rinvio per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di VENEZIA;

nei confronti di:

1) BR. AN., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 16/04/2007 CORTE ASSISE APPELLO di VENEZIA; sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VECCHIO MASSIMO; Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Dott. CIAMPOLI Luigi, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa …

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