Il giudice per le indagini preliminari, qualora ritenga di prosciogliere l'imputato nei cui confronti il pubblico ministero abbia richiesto l'emissione di decreto penale di condanna, può farlo solo per una delle ipotesi tassativamente indicate nell'articolo 129 c.p.p., ma non anche per mancanza, insufficienza o contraddittorietà della prova ai sensi dell'articolo 530, comma 2 c.p.p. In quest'ultimo caso, in presenza di lacune investigative, il giudice deve disporre la restituzione degli atti al pubblico ministero ai sensi dell'articolo 459, comma 3 c.p.p., senza poter pronunciare un proscioglimento ex articolo 129 c.p.p. per insussistenza dell'elemento soggettivo del reato, in quanto tale valutazione presuppone accertamenti che esulano dalla cognizione del giudice in sede di decreto penale. Il giudice non può quindi pronunciare un proscioglimento per errore inevitabile sulla normativa di settore, quando tale valutazione si basi su elementi che richiedono ulteriori approfondimenti istruttori, non essendo sufficiente la mera occasionalità e saltuarietà delle condotte contestate per escludere la consapevolezza dell'illiceità della condotta da parte dell'imputato.