Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6174 del 15 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:6174PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si configura quando un soggetto, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, fa parte di un'associazione per delinquere di stampo mafioso, caratterizzata dalla forza di intimidazione del vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento e omertà che ne deriva, avvalendosi della quale l'associazione commette delitti contro il patrimonio, come l'usura, l'estorsione e il riciclaggio, nonché reati contro la pubblica amministrazione, come la corruzione di pubblici ufficiali e l'infiltrazione nelle attività economiche e negli appalti pubblici. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta da plurimi elementi probatori, tra cui le dichiarazioni convergenti di collaboratori di giustizia, anche se in posizione apicale nell'organizzazione, la disponibilità di armi e mezzi finanziari, la gestione di attività economiche illecite, la partecipazione a riunioni strategiche dell'associazione, l'offerta di rifugio e assistenza a latitanti e detenuti affiliati, nonché il condizionamento delle scelte di pubbliche amministrazioni. Tali elementi, valutati nel loro complesso e secondo i canoni di attendibilità e affidabilità consolidati in giurisprudenza, possono integrare la prova della partecipazione consapevole e volontaria all'associazione mafiosa, a prescindere dalla gravità del singolo contributo offerto dal partecipe e dalla sua posizione gerarchica all'interno dell'organizzazione. L'applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata consegue automaticamente alla condanna per il reato di cui all'art. 416-bis c.p., mentre la determinazione della pena deve tenere conto della gravità complessiva del fatto, della posizione rivestita dall'imputato nell'associazione e del suo ruolo nell'attività criminosa, senza che la mancata concessione di circostanze attenuanti generiche possa essere censurata in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o priva di adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. BRUNO Paolo A. - rel. Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di Napoli del 18 settembre 2014;
letti gli atti, i ricorsi e la sentenza impugnata;
letta la memoria difensiva depositata il 21.10.2015, contenente motivi nuovi in favore di (OMISSIS);
sentita la relazione del consigliere Paolo Antonio Bruno;
udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto DELEHAYE Enrico…

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