Cassazione penale Sez. I sentenza n. 40203 del 15 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:40203PEN

Massima

Massima ufficiale
Allorché sia stato contestato il delitto di associazione per delinquere, proseguito, anche dopo l'entrata in vigore della legge n. 646 del 1982 - introduttiva del delitto di associazione di tipo mafioso, nella forma più grave della previsione sopravvenuta - non si è in presenza di un concorso di reati in continuazione, ma di un unico reato permanente, la cui disciplina ricade interamente sotto il vigore della più recente disposizione. (Fattispecie relativa a richiesta, formulata in sede esecutiva e rigettata, di imputazione della quota di pena riferibile al delitto di cui all'art. 416 cod. pen. all'associazione di tipo mafioso, unico delitto ostativo alla fruizione di benefici penitenziari).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. SIOTTO Maria C. - rel. Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LO. SI. PI. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 226/2008 CORTE APPELLO di PALERMO, del 20/05/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA CRISTINA SIOTTO;

lette le conclusioni del PG Dott. Iacoviello Francesco Mauro, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RILEVA IN FATTO

Lo. Si.Pi. , condannato dal Tribunale di Palermo alla pena di anni sette di reclusione con sentenza 1…

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