Il pericolo concreto e attuale di reiterazione di reati della stessa specie, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, può essere desunto da una pluralità di elementi, quali la durata e la ramificazione dell'attività illecita, l'elevato volume degli affari e dei proventi dello spaccio, la disponibilità di stabili fornitori e clienti fissi, nonché la persistenza dell'attività criminosa nonostante gli arresti subiti da alcuni degli associati. Tali elementi, unitamente alla personalità del soggetto, alla sua precedente condotta e al breve lasso di tempo trascorso dai fatti, possono giustificare l'adozione di una misura cautelare detentiva, in quanto il divieto di dimora o gli arresti domiciliari possono risultare inidonei a recidere i contatti con l'ambiente criminale e a limitare efficacemente i movimenti del soggetto, anche in ragione della possibilità di avvalersi di contatti all'interno del proprio ambito familiare per proseguire l'attività illecita. La valutazione delle esigenze cautelari, tuttavia, non può comprendere il riesame della gravità indiziaria, già accertata in sede di applicazione della misura, salvo che non emerga una manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione.